mercoledì 22 marzo 2017

Piccolo pensiero impressionista




Nel tavolo accanto al mio, al caffè, in una mattinata soleggiata di metà marzo, siede una signora. L'età è quella di mia nonna quando mi lasciò, così, senza dire niente, senza avvertimento, nel pieno delle sue aggraziate e ingombranti facoltà mentali. Ha un cappellino di feltro, una sciarpa rosa pallido tenuta ferma da una spilla di turchesi, ed i capelli bianchi vaporosi che sbucano da sotto il cappellino lasciando immaginare una capigliatura simile a quella di una Medusa di Ovidio, prima delle mutazioni di Atena. Io continuo a scrivere la mia relazione per il lavoro, ma la concentrazione svanisce ogni volta che alzo lo sguardo dal monitor per ammirarla come fosse una donna di Monet sotto al suo parasole.
La luce è quella tenue e tersa di tutti gli inizi di primavera, quando le giornate grigioperla a sprazzi, lasciano spazio a momenti di azzurra luce ultravioletta che irrompe in ogni petalo appena sbocciato e in ogni piccola nuova fogliolina verde.
Potrei decantare le virtù della mia terra in primavera, ma il mio canto flautato sarebbe lo stesso di chi la vive in un altro angolino di pianeta, risultando noiosa, trita e retorica.
La signora si accorge di me, e mi sorride dietro alla tazza arricciando gli occhi e rendendoli piccoli e brillanti come punte di diamante. Ci salutiamo con un bonjour e continuiamo le nostre attività. La mia richiede un wifi, la sua un paio di occhiali che leva e mette con estrema lentezza ed infinita grazia, persa, oggi, in chissà quale dimensione dello spazio. Invidio la pacatezza di chi conosce la vita e ne assapora ogni minuscolo istante con la consapevolezza che gli attimi non vanno per forza riempiti di qualcosa o con qualcuno. Il tè o il caffè che beve, ha la stessa composizione chimica del mio, ma il suo è sicuramente più buono, ed ha raggiunto la temperatura ideale perché ha saputo aspettare prima di berlo, invece di infliggersi ustioni pur di prendere, eseguire, finire, per poi alzarsi, chiudere e ripartire per un altro luogo dove di nuovo prendere, eseguire, finire e alzarsi.
Impressionismo, la corrente che formalizza i colori vividi, che rende l'aria fresca e satura di profumi, en plain air, dove gli alberi sono blu e i laghi tinti di giallo

E dove le donne con l'ombrellino non hanno nessuna fretta.



<<Il serait curieux d'étudier les changements qui se produisent parfois dans certains organismes, à la suite de circonstances déterminées. Ces changements, qui partent de la chair, ne tardent pas à se communiquer au cerveau, à tout l'individu.>>

Emilie Zola