Tra le tante cose che J.S. Bach e la sua musica mi hanno insegnato, c'è il fatto incontrovertibile che l'incomprensibile vada affrontato con tutti i mezzi di cui disponiamo. Non per capire, non è detto che il risultato finale sia una vittoriosa quadratura del cerchio; ma per spingere, attraverso la forza propulsiva della sete di conoscenza, la nostra mente ad un approfondimento duro e faticoso, ma estasiante.
Spiegare in questa sede, come J.S. Bach abbia spinto l'essere umano assetato di sapere, verso la tortuosa e faticosa strada della conoscenza, è complicato e al tempo stesso riduttivo, ma doveroso nei confronti di tutti quei pensieri che affollano la mia mente e che chiedono estrema chiarezza, pragmatismo e fiducia nel mezzo (internet, un blog del nulla, quei pochi sventurati che mi leggeranno ecc.).
Mi limiterò, quindi, a citare solo una delle opere di Bach usate come strumento artistico atto allo sviluppo della curiosità e della ricerca (essendo io, fermamente convinta, che l'opera omnia di Bach sia essa stessa strumento). La massima opera è, senza ombra di dubbio, L'Arte Della Fuga. Cos'è? Musica, è la risposta. Non musica qualunque, ma musica colta. Non musica colta qualunque, ma musica colta complessa. Non musica colta complessa qualunque, ma musica colta complessa enigmatica. Non musica colta complessa enigmatica qualunque, ma musica colta complessa enigmatica pitagorica. E direi di finirla qui, anche se potrei proseguire. Nella costruzione del periodo appena scritto ho usato una forma geometrica frattale? Io credo di sì.
Tornando a Bach e all'Arte Della Fuga, perché mai, J.Sebastian avrebbe dovuto renderci la vita così complicata? Perché mai, nel suo testamento compositivo, con il quale intendeva lasciare agli studenti di musica un'eredità didattica, è così enigmatico, chiuso, catalizzatore di domande, enzima per processi logici che portano ad altri processi logici che portano verso altri e poi verso altri ecc? Perché.
L'Arte della Fuga è un puzzle enigmatico, che possiede al suo interno tre strutture filosofiche e matematiche portanti. Tre colonne: il Tetraktis, il Contrappunto e la Musica Delle Sfere. Non credo sia questo il luogo, né è mio ruolo o compito, spiegare in cosa consistano le tre colonne portanti su cui si struttura tutta l'architettura dell'Arte Della Fuga. Ma è utile ricordare che l'accesso all'enigma di Bach, è possibile solo ed esclusivamente dopo aver acquisito la conoscenza delle tre colonne. Altri passi sono da fare una volta entrati nell'enigma. Occorrono logica, perseveranza, approfondimento, studio. Occorre essere human being with wings, dove le ali sono le curiosità e la sete di sapere, di conoscere. Ecco perché la musica di Bach è formativa; ecco perché la musica di Bach si eleva rispetto a tutta la musica; ecco perché l'Arte Della Fuga è considerata l'opera compositiva più complessa che l'essere umano abbia mai composto.
Ma veniamo al passo successivo, e cioè, perché David Lynch è così vicino intellettualmente a J.S. Bach? (secondo chi sta scrivendo, beninteso)
Chiunque detesti il cinema di David Lynch vede l'autore come un appassionato di farneticazioni, fuffa senza una precisa logica, disturbante senza un perché. Però, sia che lo si detesti o che lo si ami, per tutti, il cinema di Lynch è un enigma. Il fascino dell'enigma è antropologico, e nasce con l'evoluzione del pensiero umano, con la filosofia greca, con i miti. Quindi possiamo dedurre che chiunque non si interessi agli enigmi sia un essere umano non evoluto intellettualmente? Io credo di sì.
L'enigma è metafora, in questo caso. Non c'è un premio, non si rischia di venire strangolati se non lo si risolve (come davanti alla sfinge); molto probabilmente non esiste neanche una soluzione. Il punto interrogativo, l'ignoto, la consapevolezza o il dubbio che dietro al non-comprensibile si celi la logica, tutto questo rappresenta il fascino dell'enigma.
Come ho fatto con Bach, anche nel caso di David Lynch prenderò ad esempio una sola opera: Inland Empire. Il suo 'testamento', esattamente come l'Arte della Fuga per Bach (Lynch ancora è fra noi e ci rimarrà un altro centinaio di anni, ma considero Inland Empire la chiusura di un cerchio).
Un neofita che si avvicina a Lynch e che decide di partire da Inland Empire, molto probabilmente non reggerà il colpo. C'è chi parla di 'cinema che va vissuto senza farsi domande', ma è possibile? Può, un human being with wings non farsi domande? Solo gli innamorati si impongono di non farsi domande (che è un po' come guidare a fari spenti nelle notte). Quindi, diamo per assodato che quando ci avviciniamo ad un'opera d'arte, le domande sbocciano come margherite sotto al primo sole di maggio, e che non farsele rappresenta ottusità e autodisciplina dannosa per la nostra mente.
Inland Empire che a prima vista può sembrare un'opera cinematografica senza senso, un delirio continuo, è, a tutti gli effetti, una gigantesca opera geometrica e filosofica. Una delle più grandi viste al cinema, è, a tutti gli effetti, un capolavoro.
La struttura del film sfrutta il concetto di geometria assiale, tanto caro a Bach. Cioè mette in fila mondi paralleli, e lo fa attraverso l'ipotassi, cioè subordinando un mondo all'altro attraverso un filo logico consequenziale. I vari mondi sono in connessione tra loro anche attraverso una linea che mescola, usando ragionati e repentini cambi di mondo (come quando si cambia una stazione radio, cambia la musica, cambia la frequenza, cambia il momento, repentinamente) diversi piani temporali. Quindi l'operazione che viene fatta all'interno della struttura narrativa del film, è quella dello schema parallelo tra mondi (contrapposto all'incassonatura, che Lynch usa spesso nei suoi schemi) e la trasformazione dei confini tra mondi in soglie attraversabili (ipotassi). Nikki Grace, la protagonista del film, è l'essere umano che utilizza le soglie per passare da un parallelo all'altro. La struttura della linea del tempo, nella poetica lynchiana, può essere lineare ma solo all'interno di un mondo, non lo è quasi mai nel complesso della sceneggiatura. E, come abbiamo visto anche nelle prime puntate della nuova stagione di Twin Peaks (da analizzare, da studiare, ancora non l'ho fatto) arriva a non esserlo neanche all'interno di un mondo.
Inland Empire è chiaramente l'esperimento finale nel quale si dimostra che gli schemi narrativi possono essere destrutturati, ma nella loro destrutturazione, obbedire a schemi nuovi, complessi. In questo senso Inland Empire è sperimentale. Probabilmente un esperimento destinato a non avere un seguito (come l'Arte della Fuga), ma decisamente legato ad una espansione del pensiero. La teoria della relatività del tempo ci ha insegnato, soprattutto, che i fenomeni variano cambiando la prospettiva. Lynch ha creato un cinema in cui la nostra prospettiva 'tradizionale' non è più adatta. Lynch ci costringe a metterci in discussione, ci fa cambiare posizione, ci spinge, attraverso l'escamotage dell'enigma, dell'incomprensibile, ad uscire dai nostri schemi. In sintesi, ci fa crescere, ci fa diventare human being with wings.
Ecco perché il cinema di Lynch (per chi volesse approfondire gli schemi matematici, geometrici e filosofici, consiglio la lettura di Interpretazione tra mondi di Pierluigi B. Fossali), così come la musica di Bach, non possono essere semplicemente vissuti passivamente, ascoltati o visti senza studiare. Pur rimanendo incontestabile la bellezza assoluta delle immagini e della musica; fermo restando il concetto che l'arte e la bellezza debbano essere accessibili anche a chi non possiede strumenti di analisi; sarebbe auspicabile un mondo in cui ogni essere umano decidesse di mettere le ali. Non importa quando, non importa come, ma l'arte è cibo: nutriamocene ed evolviamo, fino a prendere il volo.